Le favole de il racconto dei racconti di Garrone

(di Francesca Ferrara) – Matteo Garrone torna al cinema con un film sulle favole, Il racconto dei racconti, tratto da uno dei libri di fiabe più antichi del mondo occidentale: Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile (Napoli, 1575-1632). È a lui che si sono ispirati autori come Perrault, i fratelli Grimm e Andersen. Basile è il padre delle favole moderne che non sono ambientate in terre lontane o immaginarie, non raccontano di principi azzurri e damigelle in pericolo, ma trasportano l’aspetto immaginifico nel quotidiano dell’epoca, tra la gente del popolo, con le loro usanze e i loro sentimenti, nobili o meno. Il film riprende queste atmosfere fantasy-horror, gioca molto anche sulle location, tutte in Italia, luoghi incantati che potreste scegliere per la luna di miele o per le foto delle nozze. Tra queste, c’è lo storico Palazzo Reale di Napoli, nel cuore del salotto partenopeo, circondato da alcune delle attrattive più affascinanti della città.
O il toscano Castello di Sammezzano, nel quale l’intera tavolozza di colori arricchisce le architetture e gli intarsi arabeggianti, creando effetti ottici che lasciano senza fiato. E poi di nuovo giù, in Sicilia, dove la fantasia della natura si è liberata grazie alle fredde acque del fiume Alcantara, che hanno decorato le rocce dell’omonima gola, come nemmeno l’artista più geniale avrebbe potuto fare. Grazie alla coproduzione italo-francese Archimede e Le Pacte, con Rai Cinema e Recorder Picture Company, il film vanta un cast internazionale. Ritroviamo Vincent Cassel che, dopo aver lavorato ne La Bella e la Bestia e Il Piccolo Principe, si dedica nuovamente alle favole nei panni del dissoluto Re di Roccaforte. Salma Hayek è l’infelice Regina di Selvascura, che fa di tutto per avere un figlio. Splendido l’abito che indossa: rosso come il sangue del cuore di drago che divora, con neri ricami dal sapore gotico che decorano la figura dal collo elisabettiano fino allo strascico, senza tralasciare le lunghe maniche a kimono.
La principessa Viola, protagonista delle terza fiaba La Pulce, è interpretata dall’emergente Bebe Cave: una ragazza con grande voglia di crescere e lasciare la casa paterna, ma che si ritroverà costretta in un matrimonio non voluto. Perché le favole antiche in un film? A questo risponde Matteo Garrone: “Ho scelto di avvicinarmi al mondo di Basile perché nelle sue fiabe ho ritrovato quella commistione fra reale e fantastico che ha sempre caratterizzato la mia ricerca artistica. Le fiabe raccontano i sentimenti umani spinti all’estremo. Abbiamo selezionato le storie che ci piacevano di più per poi renderle credibili, concrete, come se le vedessimo accadere sotto i nostri occhi. In Basile c’è un grande piacere nel racconto, e questa dovrebbe essere una prerogativa anche del cinema”.

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