Matrimonio ortodosso: come si svolge davvero?

Abbiamo visto tutti “Il mio grosso grasso matrimonio greco” e ci siamo fatti un’idea alquanto bizzarra della cerimonia ortodossa e dei preparativi di quest’ultima.

L’articolo ha l’obiettivo di fare luce su come si svolge, nel dettaglio, la cerimonia ortodossa.

Come si svolge il rito ortodosso?

Il rito si svolge in due funzioni che si susseguono durante la stessa cerimonia: il fidanzamento e l’incoronazione.

Le scritture ci dicono che le funzioni possano essere celebrate anche in due occasioni diverse, convenzione adottata tempo addietro.

Il fidanzamento ha la valenza di solennizzazione della promessa di matrimonio; l’incoronazione, invece, chiamata così perché gli sposi durante la cerimonia vengono fisicamente incoronati, corrisponde al matrimonio vero e proprio.

Il significato del matrimonio ortodosso

Gli ortodossi definiscono il matrimonio un “santo mistero”: sancisce l’entrata degli sposi nel regno di Dio.

La frase “finché morte non vi separi” non viene mai pronunciata dal sacerdote durante la celebrazione, in quanto l’unione degli sposi va oltre i vincoli terreni: è eterna e continua nel regno di Dio.

Tant’è che secondi matrimoni non hanno la stessa valenza delle prime nozze, definite irripetibili.

Un secondo matrimonio può essere ugualmente fattibile, ma la cerimonia verrebbe svolta in maniera del tutto diversa.

Paraninfi: testimoni della cerimonia ortodossa

I due testimoni, detti “paraninfi”, hanno il solo compito di certificare che gli sposi non siano o siano stati impegnati in matrimoni, o fidanzamenti, di cui il coniuge e il sacerdote non siano a conoscenza.

La chiesa ortodossa non prevede che i paraninfi abbiano obblighi futuri, di alcun tipo, nei confronti degli sposi.

Tuttavia è convenzione che la coppia di testimoni sia costituita da un uomo e una donna tra di loro sposati, il cui compito è di guidare la coppia più giovane nel cammino del matrimonio.

Il rito del fidanzamento

La solennizzazione della promessa di matrimonio, dagli ortodossi chiamata “fidanzamento”, si svolge presso il vestibolo della chiesa.

Se l’edificio è sprovvisto di quest’ultimo, il fidanzamento si celebra in prossimità delle varie porte del tempio.

Il rito consiste in un triplice scambio degli anelli da parte degli sposi. Spesso è il sacerdote a scambiare fisicamente gli anelli dei coniugi.

Le fedi, che prima di questo passaggio vengono benedette con l’acqua santa e riposte sulla tavola dell’altare, vengono scambiate ben tre volte per simboleggiare lo scambio tra gli sposi che, in quanto figure complementari, si arricchiscono a vicenda.

Incoronazione e conclusione

Segue, al fidanzamento, il rito dell’incoronazione: il sacerdote unisce le mani dei coniugi con un nastro, o un velo, ed incorona gli sposi.

Le corone vengono scambiate, a loro volta, per tre volte. Queste simboleggiano, invece, regalità, perfezionamento e sacrificio.

Successivamente al coronamento, gli sposi si impegnano in una processione (anche questa eseguita tre volte), per tutta la chiesa.

Finita questa, vengono ricondotti dal sacerdote all’altare, che toglie loro nastro/velo e corone e li ripone nuovamente sulla tavola dell’altare.

Il sacerdote si cimenta, infine, in un’ultima benedizione, nella quale chiede a Dio di custodire “le corone senza macchia nel suo regno”.

Un segno dell’eredità che attende gli sposi cresciuti nell’amore e nella fedeltà, che hanno portato frutti spirituali al loro matrimonio.

Fonte immagine: pixabay

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