Cos’è il matrimonio misto e come organizzarlo

Due persone di due religioni diverse possono sposarsi in chiesa? La risposta è sì, a patto però che si rispettino determinate regole e che vengano assolti specifici requisiti. Per saperne di più è opportuno capire cos’è il matrimonio misto e come funziona.

L’amore non ha limiti né di età, né di sesso, né di religione. Eppure proprio la religione rappresenta un ostacolo tra due persone che, pur amandosi profondamente, professano due credi religiosi diversi.

L’ostacolo può essere bypassato. Come? Il partner non cattolico si astiene dal pronunciare le promesse tipiche del matrimonio e non partecipa al momento dell’Eucarestia.

Ma approfondiamo meglio il discorso per capire quali sono le regole da seguire.

Cos’è il matrimonio misto e come nasce

Il matrimonio misto fu introdotto nel 1970 per volontà di papa Paolo VI con la lettera apostolica “Matrimonia Mixta”, chiamata anche “Dispensa Paolina”.

Fu una vera rivoluzione nel mondo cattolico, infatti la lettera fu recepita con molte difficoltà e con una certa lentezza.

Anche papa Francesco ha parlato dei matrimoni misti, definendoli come un’ulteriore prova d’amore per la coppia chiamata ad affrontare “difficoltà speciali” dove deve esserci ancora più dialogo affinché le differenze uniscano e non dividano.

Un persona credente e una non credente, o che comunque professa una religione diversa, possono sposarsi a patto di seguire determinate regole. Scopriamo quali sono.

Le regole per celebrare un matrimonio misto

La persona non cattolica non deve ostacolare il credo del suo partner, né tanto meno dei futuri figli. Inoltre deve firmare una dichiarazione in cui conferma di aver capito che un matrimonio è per sempre e unico.

Questo per scongiurare casi di poligamia, pratica ammessa da alcune religioni. Il partner cattolico deve invece impegnarsi a seguire un percorso di fede improntato al cattolicesimo, quindi deve aver ricevuto i principali sacramenti come battesimo, comunione e cresima.

Da un punto di vista organizzativo e burocratico le regole sono le stesse di un matrimonio tradizionale, quindi sono necessari:

  • le promesse e le relative pubblicazioni;
  • la frequentazione del corso prematrimoniale e relativo certificato;
  • scelta dei testimoni di nozze.

La Diocesi dei due coniugi potrà stabilire ulteriori regole e modificare il rito del matrimonio misto. In occasione dello scambio degli anelli il partner non cattolico, ad esempio, dovrà recitare delle frasi pensate “ad hoc”.

La preparazione del libretto è a discrezione della coppia e del celebrante. Non tutti i parroci possono celebrare i matrimoni misti, ma serve comunque l’approvazione del vescovo che poi rilascia un’apposita licenza.

Il corso prematrimoniale

Nel precedente paragrafo abbiamo fatto accenno al corso prematrimoniale, sul quale è opportuno soffermarsi. In realtà il corso prematrimoniale è obbligatorio solamente per il partner cattolico, mentre l’altro non è tenuto a seguirlo.

Tuttavia sono molte le coppie miste che decidono di seguire il corso prematrimoniale insieme, per avvicinarsi ancora di più e confrontarsi.

Il corso prematrimoniale infatti non si basa esclusivamente sulle letture delle scritture della Bibbia, anzi spesso esula da argomenti che riguardano la religione e affronta tematiche molto utili, che vanno da quelle legali a quelle psicologiche e sessuali, toccando così questioni sensibili che riguardano la coppia.

In ogni caso è preferibile comunicare in anticipo al proprio sacerdote la presenza di un coniuge non cattolico, poiché talvolta ci sono corsi specifici per le coppie miste.

Il matrimonio misto civile

Il matrimonio misto può essere celebrato anche in Comune, una scelta che darebbe maggiori libertà a partire dalla location.

Servono comunque i soliti documenti per celebrare il rito civile, inoltre è necessario presentare la domanda di matrimonio all’ufficio di Stato Civile. La documentazione prevede:

  • nulla osta;
  • atto di nascita del paese di origine;
  • passaporto o carta d’identità in corso di validità;
  • certificato di stato libero e di residenza (se un partner è straniero e risiede in Italia).

Infine c’è la possibilità di celebrare il rito in due lingue diverse, se uno dei due partner è straniero, dando l’opportunità a tutti gli invitati di seguire la funzione.

Foto: Pixabay

Redazione
Giornalista pubblicista e copywriter, mi sono avvicinato al mondo del matrimonio dopo il mio “fatidico” sì nel 2017, approfondendo diversi aspetti come l’abbigliamento degli sposi, l’arredo dei tavoli ed il viaggio di nozze.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here