Femminicidio, basta donne vittime di amori fasulli

Stop al femminicidio. Quando si sceglie di sposarsi, nella maggior parte dei casi, è per amore. Noi di Fables viviamo con te il matrimonio da favola. Ti accompagniamo passo dopo passo lungo il percorso della preparazione: dalla scelta dell’abito alla tanto desiderata luna di miele. Auguriamo sempre a tutti un finale da “e vissero felici e contenti”, però bisogna fare i conti con la realtà.

l matrimonio, la propria casa, possono diventare luoghi di crimini e terrore per una donna e i suoi figli. La violenza di genere non è solo femminicidio o violenza sessuale. Anche maltrattamenti, atti persecutori, violenza psicologica ed economica, distruggono la vita di una persona, molto spesso vittima prima della società che del proprio compagno. La violenza di genere è un fenomeno culturale mondiale.

I dati sul femminicidio

Dai dati raccolti dalla Small Arms Survey, in America centrale e meridionale ci sono 12 femminicidi ogni 100.000 donne. In India, subiscono una violenza sessuale ogni 18 ore, sono vendute come schiave, bruciate vive e date in sposa anche da piccole. In Cina, invece, alle donne è proibito nascere. In Italia nel 2013, secondo dati Eures, sono state uccise 179 donne, il 36% degli omicidi totali, 122 di questi sono stati consumati da compagni o familiari: mogli uccise a picconate, con pistole o a coltellate, senza pietà, nemmeno per i figli che assistono.

Sgomenta sapere che quasi la totalità delle violenze non è denunciato, per paura, per mancanza di mezzi, per i sensi di colpa e per vergogna. E perché ci si sente sole, senza un supporto istituzionale e sociale, non a torto, visto che almeno la metà delle vittime lo aveva fatto. Qualche spiraglio di ribellione però emerge. In questi giorni, foto di ragazzi turchi in minigonna fanno il giro del mondo: un gesto contro l’aumento degli abusi subiti dalle loro compagne.

Il Comune di Napoli contro il femminicidio

Ma restiamo in Italia, a Napoli, dove il Comune, insieme al centro antiviolenza A.U.R.O.R.A. e alla Rete interistituzionale antiviolenza, finanzia progetti per aiutare le donne che subiscono violenza. Le supporta nel percorso di rinascita, dopo la denuncia, con servizi informativi e formativi, punti di ascolto in ogni quartiere, sostegno psicologico specializzato. Le operatrici fruiscono di work experience, tirocini e corsi di formazione per Esperta psicologa giuridica. Più di 300 le donne aiutate. Il 35% ha subito violenza psicologia, mentre il 31% di loro fisica. Nel 67% dei casi gli aguzzini vivono con loro.

Rispetto al passato, si alza l’età media di chi chiede aiuto e aumenta anche il livello d’istruzione. La violenza di genere non è dunque un problema legato a bassa scolarizzazione o a determinati ceti sociali, anzi. È ampiamente trasversale. Cinzia, sposata da 27 anni e madre di due ragazzi poco più che ventenni, parla della sua esperienza: “Non ricordo un solo momento felice vissuto con mio marito. In questi anni ho cercato di liberarmi da questa oppressione, ma la paura e la solitudine mi hanno costretta a vivere nel dolore, nascondendolo. Solo ora, grazie al centro antiviolenza sono uscita dal terrore”.

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